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 Giovani calabresi: rimbocchiamoci le maniche!!

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c.canino




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Età : 48
Data d'iscrizione : 20.02.08

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MessaggioTitolo: Giovani calabresi: rimbocchiamoci le maniche!!   Giovani calabresi: rimbocchiamoci le maniche!! Icon_minitimeMer Feb 20, 2008 12:40 pm

L'Italia sta iniziando a cambiare, in questo bizzarro autunno/inverno 2008, ma non è detto che lo faccia in meglio. La situazione di partenza è sotto gli occhi di tutti: la dannosa e scontrosa Seconda Repubblica ha conservato il debito pubblico creato nella Prima e ha coltivato una crescita economica irrisoria che, se confrontata con quella mondiale e pure con quella più ridotta dei soci europei, ha il sapore della recessione. Il tessuto economico italiano non regge il confronto competitivo con i giganti stranieri nel contesto globale. In più, l'euro forte limita le esportazioni e quindi tarpa le ali alle imprese, e tuttavia ci aiuta a galleggiare se pensiamo alla nostra assoluta (e ridicola, per scelte miopi come quelle sul nucleare) dipendenza da gas e petrolio. Il sistema-giustizia è allo sbando, di certezza della pena è ingenuo ragionare, e la criminalità mondiale si dà appuntamento nel Belpaese per operare indisturbata.
Gli assetti amministrativi dello Stato sono confusi e generano lentezza (spesso immobilità) nella creazione di nuove infrastrutture materiali e immateriali, mentre i nostri sistemi di trasporto fanno ricordare magnifiche sorti di qualche secolo fa. I partiti sono comitati elettorali padronali-pubblicitari, e la loro democraticità interna andrebbe ricercata in laboratorio col microscopio elettronico (ma tanto non ci sono i soldi per la ricerca). Siamo poi vecchi e non lasciamo spazio ai giovani, con una classe dirigente di anziani che rispecchia - in peggio - il profilo già decrepito del Paese intero. In Italia la Casta domina e ingessa tutto! Repetita iuvant, ricordo il proverbio Lakota: "Non abbiamo ereditato il pianeta dai nostri antenati, l'abbiamo preso in prestito dai nostri figli." Che valga per i vecchi dirigenti, ora. Che valga per noi, poi: ma, crudele ironia della sorte, quanti under-35 possono permettersi il lusso di avere un erede, oggi, in Italia?
Le poche riforme che si fanno, si fanno sbilanciate a danno delle nuove generazioni. Si rimanda a domani, sulle spalle di figli e nipoti, ciò che potrebbe essere equamente affrontato e risolto in questo stesso istante: ne è triste esempio la questione pensionistica, che lascia in eredità una montagna di centinaia e centinaia di miliardi di euro da pagare ai nuovi cittadini che verranno, e che - poveri loro, cioè noi - dovranno destinare più o meno i due terzi del proprio reddito al mantenimento di padri e madri pre-pensionati. Fosse solo questo, potremmo consolarci lavorando ma sappiamo tutti che alla sacrosanta flessibilità introdotta con la Legge Biagi non è ancora stato abbinato un correttivo articolato di ammortizzatori sociali, che consentano a chi perde il lavoro di reggere l'urto, mantenere a galla una giovane famiglia, ri-formarsi e tornare a impiegarsi, come invece accade nel resto d'Europa.
Inoltre, per amore di verità, dobbiamo capire - senza velleitari wishful thinking (voler credere che una cosa andrà bene solo perché vogliamo che vada bene) - che la flessibilità è incompatibile con il livello di produttività nazionale ancora troppo basso. Ecco, tutte queste enormi problematiche andrebbero risolte con riforme largamente condivise.
Non con inciuci, bensì con grandi coalizioni in grado di reimmaginare le regole del gioco. Le "Politiche Giovanili" devono essere politiche per le grandi riforme, mica per lo sport o per palliativi di piccolo cabotaggio.
L'Italia sta comunque iniziando a cambiare, dicevo. Molto dipende (anche, non solo, perché la condizione necessaria a monte è la maturità dei partiti) dalla conformazione che avrà la nuova legge elettorale: una riforma alla tedesca, con sbarramento al 5% e preferenze, garantirebbe la rappresentatività e insieme indurrebbe le forze riformatrici al dialogo pacato e all'alleanza - con esclusione delle estreme; una riforma alla francese sarebbe meno rappresentativa delle diverse identità politiche nazionali, ma garantirebbe certamente governabilità. Quello che non convince, nell'attuale trattativa per la riforma elettorale, sono le opzioni al momento in piedi: la via referendaria abbandonerebbe l'Italia in balia di un solo partito, che governerebbe col 51% dei seggi e avrebbe all'opposizione una miriade di insignificanti partitini (divide et impera!), mentre la veltroniana proposta-Vassallo esalterebbe il peso dei piccoli partiti delle autonomie locali (ultima delle cose auspicabili per un Paese arretrato e frenato come il nostro) lasciando invece fuori-gioco movimenti tra il 5 e il 10%, con pesanti limiti alla rappresentatività. Il sistema vigente è peraltro disastroso.
Dalla strada elettorale/partitica che si imboccherà oggi, deriveranno il consolidamento di PDL e PD (che fagociteranno i satelliti) oppure la nascita di un polo "bianco", in grado di raccogliere i terzisti laici e cattolici in un unico partito. In entrambi i casi, questa "Terza Repubblica" avrà l'imprinting della sciagurata Seconda? Sarà un maquillage di mero marketing e populismo? Oppure darà veramente alla luce un Paese moderno, governabile, con partiti democratici, pacati e riformatori, non massimalisti, pieni di giovani e donne normali (non di quei giovani e di quelle donne già appartenenti - molti per nascita - ai club oligarchici, degli emissari del Nulla insomma, che certi politici furbastri sbattono all'occhiello come fiori ipnotici)? Possiamo immaginare un ricambio autentico di persone, nel segno dello sviluppo sostenibile e dell'Europa?
Molto dipende da noi under-35, da quanto sapremo organizzarci e far pesare le nostre istanze politiche, senza chiedere per favore ma rimboccandoci le maniche. Senza illusioni però: siamo dopotutto una macro-generazione decadente, cresciuta a panini e tv, non troppo impegnata fuori dalle quattro mura domestiche, più propensa agli happy-hour che alle manifestazioni, e facciamo il gioco di chi ci guida senza rappresentarci. Riusciranno i nostri eroi a darsi una mossa, a sporcarsi le mani per sostituire il motore della macchina-Italia e a prenderne il volante? Coalizione Generazionale va in questa direzione, che è una direzione politica (non anti!) e anzi consiglieremmo ai seniores di prendere buon esempio e far tesoro. Ci coalizziamo tra under-35 italiani - al di là degli schieramenti e delle divisioni degli attuali politicanti - non perché i giovani siano più intelligenti o illuminati, semplicemente perché portano legittimi interessi al futuro proprio e dell'Italia.
Di necessità, virtù?.....


Carmine Canino
Portavoce Regione Calabria
Movimento Coalizione Generazionale -35
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