Guerrieri Masai della Tanzania erano noti per la loro aggressività e violenza, che superava di gran lunga quella delle impaurite tribù vicine.
Appena raggiunta l'età adatta per diventare guerrieri, i giovani Masai venivano sottoposti a un rito iniziatico di natura militare-religiosa e in quell'occasione erano iniziati anche all'uso delle "droghe da combattimento".
Si tratta di una decina di differenti droghe ciascuna adatta a una specifica azione aggressiva: masticavano le radici di una specie di Albizzia quando dovevano cacciare animali che corrono velocemente, o la corteccia di un'acacia quando cacciavano il leone, o bevevano un infuso di una specie di leguminosa quando si preparavano a una battaglia con altre tribù.
Negli accampamenti i guerrieri tenevano appesi alle capanne stomaci o vesciche di animali cacciati ripieni di infusi di radici e cortecce psicoattive e nei giorni precedenti la battaglia con altre tribù bevevano esclusivamente questi infusi anche solo per dissetarsi.
In questo modo raggiungevano uno stato di furore, con tanto di bava alla bocca e occhi sanguinei fuori dalle orbiteimmagine, ch'essi sfruttavano per lanciarsi all'attacco dei nemici.
Durante le battaglie con i colonizzatori occidentali, i cronisti riportavano che battaglioni di 100-150 guerrieri Masai si muovevano velocemente da un capo all'altro delle aree di conflitto, armati delle sola ma temibile lancia e stracarichi di sacchi di cortecce e radici che masticavano continuamente.
Ciò permetteva loro di percorrere in un giorno anche 80 km, cogliendo di sorpresa e attaccando qua e là le truppe occidentali.